Adolescenti timidi e social networks

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La prima adolescenza è caratterizzata dalla necessità di formare amicizie intime  (Aboud & Mendelsohn, 1998; Buhrmester & Furman, 1987; Newcomb, Bukowski, & Bagwell, 1999).

Per gli adolescenti timidi, avere almeno un amico è importante per facilitare lo sviluppo psicologico e relazionale: un amico infatti può offrire rassicurazione e sostegno, serenità e riduzione dell’ansia nelle situazioni più difficili (vedi Bukowski & Sippola, 2001; Hartup, Laursen, Stewart, & Eastenson, 1988; Newcomb et al., 1999).

Studi longitudinali dimostrano che negli adolescenti timidi che hanno un amico i sintomi depressivi sono minori, mentre questi sintomi aumentano fra gli adolescenti che non hanno amicizie (vedi Bukowski, Laursen, & Hoza, 2010; Laursen, Bukowski, & Nurmi, 2007). In questo senso si può dire che la presenza di un amico intimo può avere effetti particolarmente benefici in un adolescene timido.

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Purtroppo, sebbene le amicizie per i ragazzi timidi siano fondamentali, questi stessi adolescenti tendono ad avere maggiori problemi rispetto agli altri nel formare amicizie (vedi Van Zalk, Van Zalk, Kerr, Stattin, 2011). Essi si sentono meno accettati dai loro coetanei, a scuola o nel quartiere (La Greca & Lopez, 1998) e possono effettivamente essere percepiti dai pari come meno simpatici (Vernberg, Abwender, Ewell, & Beery, 1992).  Studi recenti indicano che gli adolescenti timidi spesso usano Internet per cercare amici  (Amichai-Hamburger, Wainapel, & Fox, 2002; Peter, Valkenburg, & Schouten, 2005; Wolak, Mitchell, & Finkelhor, 2003).

La preferenza per l’online dipende dal fatto che queste interazioni permettono un maggiore senso di controllo e appaiono come meno minacciose (Galin, Gross, & Gosalker, 2007; Van Zalk, Denissen, Branje, Van Aken, & Meeus, 2011).

Alcuni studiosi hanno sollevato preoccupazioni per quanto riguarda i rischi che corrono questi ragazzi ad avere esclusivamente amicizie online (Kraut et al., 1998; LaRose, Eastin,&Gregg, 2001). Le preoccupazioni riguardano soprattutto il significato di queste amicizie online per la formazione psicologica e relazionale dei ragazzi.


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Ci sono in proposito due scuole di pensiero: una che vede questi ragazzi ulteriormente impoveriti nelle loro relazioni sociali: quelle online possono infatti essere viste come troppo superficiali e temporanee, oltre che incapaci di fornire un sostegno reale all’adolescente timido (Kraut et al., 1998; Sheldon, Abad, & Hinsch, 2011). Secondo questa prospettiva, queste false amicizie stabilite su Internet impediscono poi al ragazzo di trovare la motivazione per stabilire relazioni con i pari in un contesto reale.

Una seconda prospettiva vede invece queste relazioni come la possibilità di trovarvi una compensazione sociale per i ragazzi timidi  (Valkenburg & Peter, 2009) che possono così interagire in modo controllabile e tranquillo ed esplorare in modo protetto le relazioni sociali. Online i ragazzi timidi possono sviluppare esperienze e competenze, che alla fine verranno da loro usate anche nella vita reale.

Anche se un numero crescente di studi empirici sembra dare ragione alla seconda prospettiva, (vedi Valkenburg & Peter, 2009) non tutti la pensano allo stesso modo (vedi Sheldon et al., 2011).

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Questi risultati così contrastanti possono essere dovuti a varie ragioni. Anzitutto, in questi studi vi è in genere una netta divisione fra amicizie reali e amicizie virtuali e non vengono considerate le vaste aree di sovrapposizione (Peter et al., 2005). E’ abbastanza raro infatti che un adolescente parli online solo con amici virtuali e molte ricerche hanno dimostrato che quasi la metà degli amici online sono anche dei conoscenti nella vita reale (Subrahmanyam, Reich, Waechter, & Espinoza, 2008).

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Un secondo limite di queste ricerche è che hanno guardato alle relazioni adolescenziali come se si trattasse di diadi, mentre risaputamente online si incontrano gruppi di adolescenti, che in genere si conoscono già (Kerr, Stattin, & Kiesner, 2007; Selfhout et al., 2010; Snijders & Baerveldt, 2003).

A questa regola fanno eccezione i timidi, i quali invece molto spesso intrattengono relazioni online con persone che non conoscono nella vita reale (Amichai-Hamburger et al., 2002; Peter et al., 2005; Wolak et al., 2003; Baker & Oswald, 2010) e andrebbe dunque capito se queste amicizie offrono o meno quel supporto di cui i ragazzi hanno bisogno per un corretto sviluppo psicologico.

Queste interazioni virtuali migliorano, ad esempio, l’autostima?

Alcuni studi hanno dimostrato che gli adolescenti timidi che chattano con amici online hanno migliori valutazioni di se stessi rispetto agli adolescenti timidi che si basano solo su relazioni nel mondo reale (Antheunis, Valkenburg, & Peter, 2009; Van Zalk et al., 2011). D’altra parte, l’autostima è giudicato un elemento essenziale per la motivazione a creare nuove relazioni sociali (Denissen, Penke, Schmitt, & van Aken, 2008).

Lo studio condotto da Maarten Herman Walter Van Zalk, Nejra Van Zalk, Margaret Kerr e Hakan Stattin (2013), mostra che per i ragazzi timidi avere delle amicizie esclusivamente online promuove la creazione di nuove amicizie anche nella vita reale e la possibilità che oggi si ha di integrare vari social network permette ai ragazzi di imparare a comunicare sempre di più come si fa nella vita reale. (Secondo gli autori, questo dimostra che anche le terapie online possono essere ottime per le persone timide, che sentono così di mantenere così il controllo sul proprio ambiente, imparando allo stesso tempo alcune abilità comunicative).

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Per concludere, l’uso dei social network fra gli adolescenti timidi va senz’altro incoraggiato.

Dr. Walter La Gatta

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Fonte:
Maarten Herman Walter Van Zalk, Nejra Van Zalk, Margaret Kerr e Hakan Stattin, Influences Between Online-Exclusive, Conjoint and Offline-Exclusive Friendship Networks: The Moderating Role of Shyness, European Journal of Personality, Eur. J. Pers. (2013)

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