In Italia si sta discutendo di una proposta di legge, già approvata dalla commissione Giustizia della Camera, secondo la quale il ragazzo che compie atti di bullismo e non modifica i propri comportamenti, dopo un percorso di rieducazione, potrebbe essere allontanato dalla sua famiglia e affidato a una casa famiglia, attraverso un intervento del Tribunale dei minori. La normativa prevede anche l’istituzione di un numero verde per le vittime, il 114.
Vediamo allora di comprendere meglio cosa si intende per cyberbullismo.
Cosa è il cyberbullismo?
Il cyberbullismo è una forma di bullismo che si svolge su dispositivi digitali come telefoni cellulari, computer e tablet.
In particolare, cosa possono fare i cyberbulli nei confronti della vittima?
Possono pubblicare pettegolezzi, minacce, considerazioni sessuali sulla vittima, informazioni private della vittima, fake news, soprannomi umilianti, foto in cui la vittima appare nuda o impegnata in atti sessuali, ecc.
Cosa succede alle vittime di questi atti?
Le vittime possono sperimentare una minore autostima, possono provare spavento, frustrazione, umiliazione, rabbia o depressione (a volte talmente forte da pensare persino al suicidio).
In quali specifiche applicazioni elettroniche possono concretizzarsi dei casi di bullismo?
I social media maggiormente interessati sono:
- Facebook, Instagram, Snapchat e Twitter
- SMS (Short Message Service)
- Instant Messages ( app e funzionalità di messaggistica sui social media)
Quali sono le caratteristiche principali del cyberbullismo?
Con la diffusione dei social media e dei forum digitali, i commenti, le foto, i post e e i contenuti condivisi online possono essere visualizzati sia da estranei, sia da conoscenti. Il cyberbullismo è particolare in quanto è un fenomeno:
- Persistente: I dispositivi digitali offrono la possibilità di comunicare immediatamente e continuamente 24 ore al giorno, quindi può essere difficile per le vittime trovare sollievo dagli attacchi di bullismo in rete.
- Permanente: La maggior parte delle informazioni comunicate elettronicamente è permanente e pubblica e dunque può essere vista da tutti, per periodi molto lunghi di tempo ( a meno che non venga segnalata e rimossa).
Gli atti di bullismo condivisi in rete possono danneggiare anche i bulli?
Certamente si: il cyberbullismo può danneggiare la reputazione online di tutti i soggetti coinvolti in un atto di bullismo, compresi coloro che lo praticano o vi partecipano. Qualsiasi contenuto messo in rete in tempi remoti infatti, può influire sul presente di soggetti ormai adulti, in cerca di lavoro o di nuove relazioni sociali.
Perché il fenomeno del cyber bullismo è in continua evoluzione?
Perché la tecnologia mette a disposizione sempre nuovi strumenti elettronici o applicazioni, attraverso i quali si possono compiere e subire prepotenze.
Cosa differenzia il cyberbullismo dal bullismo comunemente inteso?
Il cyberbullismo si contraddistingue per il fatto che le prepotenze da parte del bullo di turno possono venire da persone con le quali non si hanno rapporti di amicizia e, a volte, nemmeno di conoscenza diretta. Spesso la vittima non riesce neanche a rendersi conto di chi lo abbia preso di mira e quali ne siano le ragioni.
Quali sono i dati italiani del fenomeno?
In Italia i dati ISTAT (2015) mostrano che la percentuale di soggetti che ha subiito prepotenze una o più volte al mese diminuisce con il crescere dell’età, passando dal 22,5% fra gli 11 e i 13 anni al 17,9% fra i 14 e i 17 anni.
Le azioni vessatorie sono più frequenti nel Nord del Paese, dove le vittime di atti di bullismo rappresentano il 23% degli 11-17enni.
Questi comportamenti sono particolarmente frequenti fra coloro che vivono in zone molto disagiate (55,4%); qui si registra la quota più elevata di vittime (23,3%) di prepotenze, che avvengono con assiduità (almeno una volta al mese).
Per reagire, il 65% delle vittime ritiene sia una strategia positiva rivolgersi ai genitori per chiedere aiuto, il 41% pensa sia meglio rivolgersi agli insegnanti. Il 42,8% ne parla con gli amici e il 30% con fratelli e sorelle.
Un nutrito gruppo di ragazzi tuttavia si difende semplicemente attraverso un atteggiamento di indifferenza (43,7%) o addirittura nel riderci su (25,3%).
Bullismo e Cyberbullismo tendono a colpire le stesse vittime?
Si. Bullismo e cyberbullismo tendono spesso a colpire gli stessi ragazzi: tra quanti hanno riportato di aver subito ripetutamente azioni offensive attraverso i nuovi canali comunicativi, una o più volte al mese, l’88% ha subito altrettante vessazioni anche in altri contesti.
Quali sono le caratteristiche della vittima di bullismo?
- È un soggetto che, per vari motivi, può apparire diverso dagli altri (viene da un altro paese, ha un’altra religione, porta l’apparecchio ai denti, ha qualche difetto fisico, ecc.)
- Non ha amici e non può essere difeso da nessuno
- E’ facilmente attaccabile.
Dr. Walter La Gatta
Psicoterapeuta Sessuologo
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE
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