Timidezza e Tecnologia

Timidezza e Tecnologia


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Il Prof. Philip Zimbardo, studioso della timidezza sosteneva, nel 1997, che la tecnologia aveva aumentato il numero delle persone che si dichiaravano timide. Zimbardo temeva una sorta di “era glaciale” della comunicazione umana, a causa del sempre maggiore uso di email, chat, telefonini e sportelli automatici. Tutto questo impediva il contatto casuale fra le persone.

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Molte di queste paure si sono in effetti confermate: diversi autori che studiano oggi il fenomeno parlano di un consumismo individuale che ci sta isolando gli uni dagli altri. La tecnologia è come una droga a buon mercato, che serve per alleviare la nostra solitudine. Ci affidiamo infatti sempre più su a quelli che Turkle chiama “robot socievoli”, come Siri, l’assistente digitale di iPhone.

E tuttavia questo senso di essere “soli insieme” può effettivamente essere utile per le persone timide. Infatti, il timido non è necessariamente antisocialè, come lo può essere l’introverso: il timido è solo “diversamente sociale”, in quanto ama il piccolo gruppo o la comunicazione indiretta. Il cellulare, ad esempio, consente ai timidi di mantenere i propri rapporti sociali, senza il disagio delle interazioni faccia a faccia.

Clinica della Timidezza
si occupa del benessere delle persone timide e ansiose

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
Servizio TG5 dedicato a Clinica della Timidezza

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Quando l’azienda finlandese Nokia introdusse gli sms nei suoi telefoni a metà degli anni novanta, questa sembrava una tecnologia primitiva, che non sostituiva in nessun modo la chiamata telefonica, come se fosse un passo indietro. Invece, il sistema decollò fra i giovani perché era un modo per parlare con i coetanei evitando rossori e imbarazzi.

Bella Ellwood-Clayton, ad esempio, ha mostrato nelle sue ricerche come i messaggi di testo abbiano completamente sostituito i rituali di corteggiamento nelle Filippine.

Il suono che annuncia l’arrivo di un sms è inoltre meno invadente di una chiamata telefonica: l’sms non ci prende di sorpresa e ci dà il tempo di riflettere prima di rispondere. Tutto questo è buono per i timidi, che imparano a muovere i pollici anziché la lingua.

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Per quanto riguarda l'”era sociale glaciale” creata dalla tecnologia, va detto che Zimbardo ne aveva parlato ben prima dell’ascesa dei social network e degli smartphone. Questi dispositivi hanno reso facile per le persone mettere a nudo i dettagli intimi della loro vita privata on-line, in modi che sembrano l’opposto della timidezza. I sostenitori di questo tipo di espressione online la chiamano “trasparenza radicale”.


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Non tutti coloro che utilizzano i social network esibiscono una trasparenza radicale, naturalmente. Alcuni preferiscono nascondersi online dietro alias, pseudonimi e avatar: questo anonimato per la verità può anche ispirare il contrario della timidezza, cioè comportamenti talmente coraggiosi da trasformarsi in aggressioni o abusi.

Concludendo, le nuove tecnologie hanno effetti complessi: da una parte aggravano la timidezza, ma dall’altra aiutano a superarla. Del resto, va osservato che le nuove tecnologie non cambiano la nostra natura di base; esse si modellano intorno ad essa.

L’evoluzione umana, durata circa 150.000 anni, ha conservato la timidezza: questa dunque deve sicuramente essere una qualità importante per l’adattamento. Il nostro bisogno degli altri infatti è, in ogni caso, così forte che la timidezza ci permette di sublimare i nostri istinti sociali in altri settori: arte, scrittura, opere d’ingegno. Anche queste sono creazioni utili per l’umanità: forse esse sono dovute proprio alla timidezza.

Le tecnologie devono essere dunque considerate solo uno dei mezzi in cui può oggi esprimersi chi ha bisogno degli altri, ma non sa farlo in modo troppo diretto. La timidezza non aumenta, trova solo nuovi mezzi per stare con gli altri, ma in modo riservato.

Dr. Walter La Gatta

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